Gloria e tragedie. Roger Riviere 1960
di Claudio Visci
La sua carriera finì a soli 24 anni. La sua morte a 40 anni. Il ciclismo ha proposto figure straordinarie ma anche storie misteriose, ricordi commoventi e amare odissee di vita. È stato tre volte campione del mondo d’inseguimento in pista, inoltre realizzò per ben due volte il record dell’ora al Vigorelli di Milano. È Roger Riviere, nato a Saint- Etienne, il 23 febbraio del 1936, forte pistard puntava a quel Tour de France 1960. Nella tappa Millau- Avignone, avviene il dramma, dopo 55 km di corsa, s’affronta una tortuosa e pericolosa discesa ad altissima velocità, Riccardo Nencini sbanda, ma riesce ad evitare il peggio. Riviere sulla scia urta il parapetto e vola giù nel burrone. Non corse più in bici, quasi paralizzato alle gambe. Era secondo in classifica al Tour, era sicuro di vincerlo. Riccardo Nencini si aggiudicò la corsa francese sull’italiano Battistini. Il francese cercò di rifarsi una vita, ma non ebbe fortuna. Morì il 1 aprile 1976 per un cancro alla laringe. Un campione misterioso e tragico, che appartiene alla leggenda del ciclismo.