Storie di eroi del ciclismo-Alfredo Binda

Di Claudio Visci

Alfredo Binda decimo di 14 figli di un piccolo imprenditore è certamente stato il più grande di ciclismo del ‘900, a cavallo negli anni 20, fino al 1935. Nato a Cittiglio 11 Agosto del 1902, iniziò a correre in bici sulla Costa Azzurra a Nizza, dove si trasferì da ragazzo per lavorare come stuccatore. Tornato in patria, il giovane Binda viene ingaggiato dalla Legnano, con la quale partecipò al suo primo Giro d’Italia del 1925 in cui centrò la vittoria con distacchi abissali su Costante Girardengo a 4’58”, e Giovanni Brunero a 7’22”.
Il trombettiere di Cittiglio, come venne chiamato, nel 1927 si aggiudicò il secondo Giro d’Italia, conquistando 12 tappe su 15 e vestì la maglia rosa dall’inizio alla fine. Brunero ancora secondo e terzo Negrini. Inoltre nel 1927 vinse il campionato del mondo a Nürburgring, in Germania, con 4 italiani ai primi 4 posti. Al secondo posto Girardengo, al terzo Piemontesi e al quarto Belloni. Fù un trionfo memorabile della nazionale italiana.
Nel 1928 e ’29 vinse alla grande il Giro d’Italia su Brunero e Pancera ai posti d’onore.
Nel 1930 ci fù il trionfo al campionato del mondo a Liegi, in Belgio. Medaglia d’argento per Learco Guerra in volata.
A Roma nel 1932 Alfredo Binda si aggiudicò il suo terzo mondiale. Battuto in una volata ristretta l’altro azzurro Bertoni.
Il lussemburghese Frantz a 4’52”. A causa della sua manifesta superiorità, nel 1930 fù pagato dagli organizzatori per non partecipare al Giro d’italia, ottenendo 22.500£ un aneddoto incredibile che passò alla storia del ciclismo. Non ottenne invece mai risoltati di rilievo al Tour de France al quale partecipò una sola volta nel 1930, vincendo due tappe pirenaiche.
Lasciò l’attività nel 1936, dopo un incidente alla Milano-Sanremo che gli provocò la rottura del femore. Anche il fratello minore Albino fù un ciclista, compagno di Alfredo alla Legnano.
Nell’immediato dopoguerra Binda diventò commissario tecnico della nazionale azzurra di ciclismo, ruolo che ricoprì, in cui accumulò fama e successi nelle trionfali spedizioni al Tour con Bartali nel 1948, Coppi nel 1949 e ’52, e Nencini nel 1960.
Vinse inoltre i titoli mondiali con Coppi e Baldini a Lugano e a Reims.
Professionista dal 1922 al 1936, dopo Girardengo, fù il secondo campionissimo della storia del ciclismo. Nel suo ricco palmàres, importanti vittorie al Giro d’Italia 5 volte (1925-’27-’28-’29-’33), 3 mondiali (1927-’30-’32), 2 Milano-Sanremo (1929-’31), 4 Giri di Lombardia (1925-’26-’27-’31), 4 campionati italiani (1926-’27-’28-’29).
Scompare il 19 Luglio del 1986, a 84 anni a Cittiglio, nel varesotto; lo ricordano a Marzo in una corsa internazionale riservata alle donne nel suo paese natale-