Storie di eroi e giganti del ciclismo. Gino Bartali.
di Claudio Visci
Gino Bartali, nato a Ponte a Ema, il 18 luglio 1914, è stato un grandissimo corridore, che con Fausto Coppi suo grande rivale ha infiammato la storia del ciclismo e dello sport italiano. Il toscano come veniva descritto “Ginettaggio”, vinse 3 Giri d’Italia, 2 Tour de France, oltre alle classiche italiane in linea, tra le quali 4 Milano- Sanremo e 3 Giri di Lombardia. Fu un grande avversario di Fausto Coppi, di cui era più vecchio di cinque anni: leggendaria e storica fu la loro rivalità, che divise l’Italia nell’immediato dopoguerra, celebre nell’immortalare un’intera epoca sportiva. Il terzo campione in quei anni era Fiorenzo Magni. Professionista dal 1934 al 1954, è stato fermo per cinque anni senza gare causa per la Seconda Guerra Mondiale, per cui Gino poteva vincere altri Giri e classiche. Ha corso con le maglie della Legnano e della sua squadra di nome Bartali. La sua vittoria al Tour de France del 1948, a distanza di dieci anni fu in grado di fare il bis alla Grande Boucle a 34 anni, a detta di molti, contribuì ad allentare il clima di tensione sociale in Italia dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. L’unico rimpianto a non aver vinto il mondiale su strada. Si ritirò nel 1954. Dal 1957 al 1971 è stato direttore sportivo. Morì per un attacco di cuore il 5 maggio del 2000, all’età di 85 anni. Gino Bartali, durante la Seconda Guerra Mondiale ha salvato molti ebrei dalla deportazione, e pertanto il 23 settembre del 2013 è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’Olocausto. Gino Bartali, oltre ad essere stato un fenomeno dello sport, è stato uomo memorabile, esempio di grande spirito di umana solidarietà.