Archivio mensile:Giugno, 2020

Gloria e tragedie. Luis Ocana 1994

di Claudio Visci

Il grande scalatore spagnolo Luis Ocana, uno dei pochi corridori ad aver messo in difficoltà in salita il “Cannibale” Eddy Merckx, nacque a Prieto il 9 giugno del 1945. Nella sua brillante carriera vinse il Tour de France del 1973, con un vantaggio di 15 minuti sul francese Thevenet e la Vuelta di Spagna del 1970. Nel 1971 sempre alla Grande Boucle era in maglia gialla a vincere il suo primo Tour, quando su una discesa pericolosa con nebbia e pioggia cade in un burrone e addio al Tour. Luis Ocana scomparve in circostanze misteriose il 20 maggio 1994. Fu trovato morto con un colpo di pistola alla tempia. Si parlò subito di suicidio. Aveva 49 anni. Negli ultimi anni di vita viveva nel sud della Francia, a Mont De Marsan. Un personaggio simpatico e generoso di un’esistenza troppo breve tragica e sfortunata.

 

 



Vittorie straniere al giro d’italia. Pavel Tonkov 1996

di Claudio Visci

È il secondo successo russo, dopo quello di Berzin, da parte di Pavel Tonkov che si aggiudica la 70° edizione del Giro d’Italia. La Corsa Rosa partì da Atene, in Grecia per celebrare il centenario dei Giochi Olimpici. Il velocista Silvio Martinello allo sprint, invece a Lepanto si afferma lo svedese Magnusson e replica Giovanni Lombardi a Giannina. Dopo le tre frazioni in Grecia, il Giro fa tappa a Ostuni con la vittoria di Mario Cipollini, che dopo si afferma anche a Napoli, Marina di Massa e Vicenza, ottenendo il poker. Maglia rosa per il francese Pascal Herve’, che sfila la maglia a Davide Rebellin. Il veneto trionfa in salita al Monte Sirino, Enrico Zarina fa doppietta a Fiuggi e al Passo Pordoi, Fabiano Fontanelli a Loano e Gianni Bugno a Aosta. Il lombardo Ivan Gotti compie l’impresa sul traguardo dell’Aprica. L’ucraino Serhij Usakov brinda nell’ultima a Milano. Pavel Tonkov(Panaria) si veste di rosa. Alla piazza d’onore si classifica Enrico Zaina(Carrera) a 2’43”, al terzo posto arriva lo spagnolo Abraham Plano(Mapei-GB) a 2’57” dal russo di Izevsk.



Pogacar batte roglic a cronometro nel campionato sloveno

di Anna Santilli

Il giovane Tadej Pogacar della UAE Emirates conquista il titolo nazionale sloveno nella crono di 15,7 km che prevedeva nella parte iniziale una salita molto dura. Al secondo posto si è piazzato Primoz Roglic, vincitore domenica scorsa della prova in linea. Sul podio anche Jan Polanc, compagno di squadra del promettente Pogacar.

In campo femminile vittoria netta della Urska Zigart della Alé BTC Ljubljana, infliggendo un distacco di tre minuti alla Blaza Pintaric, mentre al terzo si è piazzata Urska Bravec, compagna della vincitrice.



Gloria e tragedie. Joaquim Agostinho 1984

di Claudio Visci

Il portoghese Joaquim Agostinho, morì a Lisbona il 10 maggio 1984 nel corso di un contrastato sprint, nella Vuelta Algarve. Dissero che a farlo cadere fu un cane che attraversò la strada. Nato a Silveira Do Concelo in Portogallo il 7 aprile 1942. Aveva 42 anni. Nella sua lunga carriera nei professionisti si aggiudicò tre volte il Giro del Portogallo e fu sei volte campione nazionale. Vinse il Trofeo Baracchi nel 1969 e quattro tappe al Tour de France, tra cui la frazione sul mitico Alpe d’Uez alla corsa francese del 1979, quando staccò in salita Bernard Hinault che vinse il Tour. Agostino si piazzò al terzo posto. Era un idolo ed era una celebrità nel suo paese.



Vittorie straniere al giro d’italia. Tony rominger 1995

Nella 78° edizione del Giro d’Italia si afferma Tony Rominger(Mapei). Lo svizzero, vinse anche tre edizioni consecutive della Vuelta di Spagna dal 1992 al 1994, oltre al posto d’onore al Tour de France del 1993. Rominger si aggiudicò quattro tappe: ad Assisi crono, a Loreto, l’altra crono a Maddaloni e il quarto successo a Selvino. Nella Perugia- Terni s’impone allo sprint Mario Cipollini in maglia rosa, e poi replica a Marotta. Filippo Casagrande, Nicola Milani, Maurizio Fondriest, Enrico Zarina, Mariano Piccoli, Giuseppe Citterio, Denis Zanette e Giovanni Lombardi chiude a Milano. Lo spagnolo Laudelino Cubino Monte Sirino e il danese Rolf Sorensen brilla a Salerno. Lo svizzero Pascal Richard fa doppietta a Rovereto e a Pontechianale. Il velocista ceco Jan Svorada fa centro a Cento, mentre il colombiano Oliverio Rincon brinda in salita a Senales. I due russi, Serhij Usakov si afferma a Gressoney Saint- Jean e Evgenij Berzin, vincitore nel 1994 al Giro, si invola a Luino. Tony Rominger vince la Corsa Rosa, sulla coppia della Gewiss, Evgenij Berzin a 4’13”, e Piotr Ugrumov, finito a 4’55”. Quarto Claudio Chiappucci.



Gloria e tragedie. Jean Pierre Monsere’

di Claudio Visci

Il belga Jean Pierre Monsere’ nacque a Roeselare nelle Fiandre l’8 settembre del 1948. Morì a Lille- St. Pierre il 15 marzo 1971, all’età di 22 anni. Nella sua brevissima carriera nei professionisti si aggiudicò il campionato del mondo nel 1970 a Leicester, in volata sul danese Mortensen, mentre conquistò all’esordio il Giro di Lombardia del 1969, per squalifica dell’olandese Karstens. Stava preparando la Milano- Sanremo con indosso la maglia iridata, invitato in una kermesse di inizio stagione nella campagna fiamminga. Un pirata della strada, ignaro della corsa lo prese in pieno. Jean Pierre Monsere’ trovò la morte, così giovanissimo, un corridore molto promettente. Vicino a lui, terrorizzato Roger De Vlaeminck, amico di Jean Pierre e già campione affermato. Un tragico destino di un’assurda tragedia.



Vittorie straniere al giro d’Italia. Evgenj berzin 1994



Interviste. Lorenzo germani, un giovane di buone speranze

di Claudio Visci

Lorenzo Germani, 18 enne di Roccasecca, nel frusinate, il paese di Severino Gazzelloni grande musicista del flauto. Nel 2019 Lorenzo si è trasferito a Massa, nella cittadina toscana dove frequenta il liceo scientifico. Al secondo anno da juniores, difende i colori della Work Service Dynater Romagnano, diretta dal direttore sportivo Matteo Berti. L’anno scorso ha subito un infortunio al femore dopo una caduta, poi guarito è riuscito ad imporsi in tre corse, tra cui la “Ciociarissima” a Sora in casa.

Cosa pensi di questa stagione anomala del ciclismo?

“Non mi sarei mai aspettato una situazione del genere, è stato ed è un periodo difficile per tutti, ma sono abbastanza fiducioso”.

Ad agosto ricominciano le corse. Dove sei impegnato?

” Non so a che gare parteciperò “.

Ti trovi bene in Toscana con la Work Service?

” Mi trovo molto bene, è una squadra con un’organizzazione che fa invidia a molte squadre, ogni corridore è trattato allo stesso modo e ha il suo spazio”.

I tuoi obiettivi nel finale di stagione?

“Data la situazione non c’è un obiettivo principale, ma bisogna vincere e vincere”.

I corridori juniores più forti in campo nazionale?

” Di ragazzi del mio anno che vanno forte ce ne sono abbastanza, da Garofoli, Balestra, Piras, Vacek e altri, poi dipende dalla tipologia di percorso e corsa”.

Nel 2021 sei dilettante under 23?

“Ancora non si sa bene se l’anno prossimo congeleranno le categorie, perciò ancora non so cosa farò”.

Aspiri a diventare professionista?

” È il sogno di ogni ragazzo che inizia a correre, perciò speriamo bene”.

Il tuo campione preferito?

“Per le classiche di un giorno è Fabian Cancellara, per le corse a tappe Egan Bernal”.

 



Gloria e tragedie. Tom Simpson 1967

di Claudio Visci

L’inglese Tom Simpson nacque a Doncaster nello Yorkshire,il 30 novembre del 1937. Morì all’ospedale di Avignone il 13 luglio 1967, all’età di 29 anni. Nella sua brillante carriera nei professionisti vinse il mondiale nel 1965, a La Sarte in Spagna, allo sprint sul tedesco Altig. Si affermò anche nelle grandi classiche, il Giro delle Fiandre del 1961, sempre in volata sull’italiano Defilippis, la Milano-Sanremo del 1964 sul francese Poulidor e il Giro di Lombardia del 1965. Era il 13 luglio del 1967 e il Tour stava vivendo una giornata attesa e importante. Da scalare il Mont Ventoux, la montagna calva, quasi sempre spazzata da un vento provenzale. A 3 km dalla vetta, avviene la tragedia di Tom Simpson, che comincia a vacillare e cade sul lato destro della strada. L’inglese crolla d’improvviso a terra e privo di conoscenza. Arriva anche l’elicottero, che d’urgenza lo trasporta all’ospedale di Avignone, dove arriva privo di vita. Lo uccise un cocktail micidiale di cognac e qualche pasticca di simpamina. Un campione un po’ stravagante e simpatico, che si ricorda ancora adesso a distanza di 43 anni da quell’evento tragico, in una tappa decisiva del Tour, con un caldo bestiale.



Vittorie straniere al giro d’Italia. Miguel indurain 1993

di Claudio Visci

Secondo successo consecutivo per il navarro Miguel Indurain, nella 76° edizione del Giro d’Italia. Apre il Giro, Moreno Argentin a Portoferraio e si prende la maglia rosa. Nella crono sempre nella località balneare si afferma Maurizio Fondriest. Il velocista Adriano Baffi si impone allo sprint a Rieti, Palermo e la terza a Fossano. Nella seconda crono a Senigallia Miguel Indurain si veste in rosa, mentre dopo nove giorni Argentin cede il primato. Il giorno dopo a Dozza vittoria di Fabiano Fontanelli e Bruno Leali conquista la maglia. A Corvara in Badia, colpo finale di Claudio Chiappucci e lo spagnolo si riprende la rosa fino alla conclusione di Milano. Il veneto Fabio Baldato fa tris a Marcianise e Borgo Val di Taro e l’ultima tappa a Milano. Successi italiani con Guido Bontempi a Messina, Giorgio Furlan a Fabriano, Moreno Argentin doppia a Corvara, mentre Marco Saligari e Massimo Ghirotto vincono a Chianale e al Santuario di Oropa. Miguel Indurain(Banesto) trionfa alla Corsa Rosa. A luglio fa l’accoppiata per la seconda volta di fila a vincere Giro e Tour nello stesso anno. Alla piazza d’onore si piazza il russo Piotr Ugrumov(Mecair) a soli 58″. Claudio Chiappucci(Carrera) sul podio a 5’27” dal fuoriclasse di Pamplona.